jeudi, novembre 30, 2006



Un Lione per amico

Una tappa importante nella vita di due persone che si conoscono da svariati anni.
La tua visita mi ha fatto questo effetto.
Mi viene alla mente "Due di Due", un romanzo di Andrea De Carlo (che ti consiglio vivamente di leggere, ndr) in cui due amici cresciuti assieme prendono strade diverse e di tanto in tanto si rincontrano per scambiarsi le loro reciproche impressioni.

Vagando per Paris abbiamo sfoderato discorsi più o meno seri, sinceri, schietti, ironici, sarcastici...come piacciono a noi!
Un'abbondante spolverata al passato scolastico e uno sguardo, sebbene ancora offuscato, a quello che vorremmo ci capitasse in futuro.

Mai una via di mezzo. O annegati nel delirio di una festa, oppure immobili e incantati a commentare poesie in musica firmate Fabrizio De Andrè.

Mai un gesto o una parola fuori posto. Quando sei arrivato: un abbraccio, una pacca sulla spalla. Quando ci siamo salutati: un abbraccio, una pacca sulla spalla.

Alla prossima.

Sipario...

lundi, novembre 27, 2006



Prima e ultima

Da più parti ho ricevuto accesissime lamentele per la “festa” che c’è stata nella casa che affitti venerdì notte. Via vai continuo tutta la notte, urla e schiamazzi, canti, musica a tutto volume anche con tamburi…nessuno nella casa è riuscito a dormire sino al mattino, tanto che in molti hanno chiamato la polizia.
La cosa non deve assolutamente ripetersi. Oltre a tutto non voglio più essere svegliato alle 5 del mattino da condomini inviperiti che mi telefonano da Parigi.
Questa volta non scrivo neppure a tuo Padre o all’Amministratore, ma se si verifica una seconda volta chiederò all’Amministratore di recedere dal contratto e di mandarti via, ovviamente con tutti i danni a tuo carico che ne derivino. E sai che l’Amministratore non è tenero.
Saluti
F. Antonielli d’Oulx


Quella che avete appena letto è la mail che ho ricevuto oggi dal proprietario dell'appartamento che mi accoglie qui a Paris.
Penso sia una sintesi illuminata del delirio che siamo riusciti a mettere in piedi venerdì scorso qui nell'ormai celebre 3 rue Beaurepaire, primo piano a sinistra.
Una cinquantina di persone su una superficie netta calpestabile di 29 metri quadri circa (bagno incluso, ndr). Raddoppiate il numero di persone per ottenere le bottiglie che giravano da una stanza all'altra aiutando, se ce ne fosse stato bisogno, l'allegria generale.

Musica e cucina di qualità all'insegna di un'Italia mai così protagonista. Attestati di stima da degni rappresentanti di un gran numero di paesi nel mondo.
Fra i più apprezzati citiamo le penne al pesto (Leader Price, ndr) e quel trascinatore di folle che è Giuliano Palma.

Una nota di merito particolare va riservata alla raccolta più celebre del più acceso guerriero rastafari, "Legend" di Robert Nesta Marley; spesso messa da parte perchè troppo ascoltata, ma capace, nei momenti più epici, di suscitare un tremendo bisogno di urlare, dondolare e percuotere a ritmo di reggae qualsiasi oggetto a portata di mano.

Quello che avete appena letto è un post scritto a quattro mani (ma con un cervello in due, ndr) dai due più grandi rappresentanti in terra francese della tipica allegria ligure.

Più radicata a Levante.

Sipario...

mercredi, novembre 22, 2006



Prossimamente...

A Parigi.

Sipario...

jeudi, novembre 16, 2006



Metta una firma qui

La punta della biro incoccia sul foglio di carta. Compie da subito una piroetta e poi giù dritta fino in fondo: la "G" è fatta. Torna in superficie, un piccolo salto seguito da un giro completo su se stessa a cui aggiunge un percorso segmentato per la "r". Si prepara a un'altra "g", questa volta minuscola, per poi ripetere il salto della "i" e il giro della "o".

Saluta per un istante il foglio per poi rimpattare di nuovo su di esso e ricominciare da dove era partita: la "G". Un movimento vorticoso e via con la "a"; avanti, no indietro, no di nuovo avanti per una semplice "s". Alla "p" si avvertono già i primi segni di cedimento; di qui in poi una linea unica sovrastata da due timidi puntini.

In meno di tre mesi ho sperperato firme ovunque. Carte differenti, documenti più o meno importanti, penne solitamente nere.
Non voglio esprimere il mio pensiero sull'incomprensibile mondo della burocrazia che di giorno in giorno, forse senza che possiamo rendercene conto, ci sta divorando a piccoli morsi. Vorrei soffermarmi sul gesto della firma.
La firma è una garanzia, o almeno così è intesa da tutti. Ma se ci pensiamo bene non è altro che uno scarabocchio che di per sè non ha la minima dignità.

Eppure dal celebre "Contratto con gli Italiani" dell'indimenticabile Silvio alla mia ultima firma posta giusto oggi sulla tessera di un negozio di materiali d'architettura per ricevere eventuali sconti, la "signature", come la chiamano da queste parti, ha la sua valenza di autorevolezza, di ufficialità.
Micro-tecnologie, viaggi interplanetari, abbattimento della barriera del suono. Però poi alla fine quello che conta è un ideogramma impresso con dell'inchiostro su un pezzo di carta, qualcosa di autenticamente primitivo e forse per questo intramontabile.

Da piccoli ci siamo tutti esaltati quando per la prima volta abbiamo messo la nostra firma su un documento più o meno impegnativo.
Ora mi accorgo che le mie firme cominciano a pesare come macigni, segnano delle tappe della mia vita. A questo non ero proprio preparato, ma non mi sono potuto esimere dal prendere in mano la penna e porre il mio marchio, una sorta di espressione leggibile del mio DNA.

Comunque ora non ne posso davvero più di combattere quella bestiaccia che è la burocrazia, mi auguro che per un po' mi lasci in pace.

Sono disposto a firmare carte false, se necessario.

Giorgio Gasparini

Sipario...

lundi, novembre 13, 2006



Topo da biblioteca

E' crisi. Crisi nera.
Oggi è lunedì e il mio unico pensiero è già rivolto alla prossima tripletta venerdì-sabato-domenica che come sempre ci si aspetta sia densa di festeggiamenti e nuove conoscenze.
Nella mia testa non si percepisce nemmeno un briciolo di volontà di combinare qualcosa, scolasticamente parlando. Non che non sia sodisfatto dei corsi all'Ecole, tutt'altro! E' solo che vedo la settimana lavorativa come un ostacolo fra la domenica prima e il venerdì seguente. Sono pieno di buoni propositi, mentalmente mi organizzo bene tutto il lavoro, ma poi puntualmente trovo di meglio da fare. Sembra che ci sia qualcuno che me lo fa apposta!

Chi mi conosce sa che non sono proprio uno stacanovista, però quando i tempi stringono, al momento giusto...accelero!
Ho invece l'impressione di essere comodamente parcheggiato qui a Parigi, freno a mano tirato, telo antipioggia e nessun buon motivo per sprecare benzina inutilmente.

Oggi poteva esserci la svolta. Mangio all'Ecole con gli altri, dopodichè quasi tutti vanno a lezione mentre io e Ana oggi non abbiamo corsi. Così Ana, spagnola di Granada, mi propone di andare alla Biblioteca del Beaubourg (conosciuto più correttamente come Centre Pompidou, ndr). Accetto di buon grado. Ci incamminiamo per rue Belleville, Rèpublique, rue du Temple, un piccolo passaggio sulla destra ed eccoci all'entrata della biblioteca.
L'ambiente è impressionante, gigante, quanto più possibile cosmopolita. Prendiamo posto vicino alla sezione Sociologia, gran bella vista sulla piazza da lì.

A questo punto scatta il momento di accendere il computer, consultare libri e riviste. Ma, ahimè, anche oggi la mia volontà resta parcheggiata. Passo il tempo ad aggiornare la playlist sul computer di Ana che dal canto suo, al contrario, pare essere molto concentrata sul suo lavoro, e non manco di intrattenerla nelle pause che di tanto in tanto si concede.
L'apice della nullafacenza l'ho raggiunto quando mi sono messo a discutere col bibliotecario dell'epica battaglia Materazzi-Zidane!

E chi insinuasse che sono andato alla Bibliotheque solo per fare il "piacione" con Ana, beh...si sbaglia di grosso!

Sipario...

samedi, novembre 11, 2006



Un euro

Un venerdì sera a Belleville. "Road 2 Belleville": titolo della serata in inglese, strano. Qui, se possono, ne fanno a meno.
Il succo dell'evento è che tutti i locali nei paraggi dell'Ecole d'Architecture di Belleville, per una buona volta, offrono bevande varie a prezzi modici, diciamo italiani!

Quindi lo spirito è che la gioventù, parigina e non, si intrattenga nei vari cafè, bar, brasseries e quant'altro tenendo bene a mente di cambiare locale per poter così apprezzare il quartiere di Belleville nella sua veste notturna, decisamente accattivante.
E poi questo tour è anche un incentivo per ridistribuire la "ricchezza" fra i vari locali che aderiscono all'iniziativa. Come si dice, "un po' per uno in braccio alla mamma, diamine!" (tratto da "Proverbi e frasi di comodo" di Cinzia Loiacono, ndr).

Bene, ora avete bene in mente l'immagine di questi ragazzi che vagano per le strade di Belleville sostando prima in una e poi in un'altra alcova ad assaporare ciò che offrono loro i gestori. Un piccolo fiume di persone che riempie le vie in movimento.

Bene, ora cancellate quell'immagine e passate alla realtà dei fatti.
Un cafè ha esagerato: tutto a 1 euro! Il cafè si chiama KD, è a due passi dall'Ecole, la voce si sparge e il fiume di cui si parlava prima abbandona le strade e sfocia al KD.
Lo spirito della serata, ovvero il tour, è andato a puttane! Comincia la corsa al gotto, delirio! Alle dieci si notano già le prime "vittime", stramazzate al suolo.
Un'atmosfera insolita per una Parigi che si ostina ad apparire sempre elegante e controllata. Dovunque butti l'occhio c'è qualcuno che solleva un bicchiere e propone un rumoroso cin-cin.

Personalmente il mio impatto è stato da subito deciso: cosciente di avere in tasca 10 euro e di dover tornare a casa senza un centesimo. Fatto. E aggiungiamoci pure qualche sorso scroccato a chi si è dimostrato generoso.
Per fare un paragone posso stimare il quantitativo di birra ingurgitata pari a quel memorabile giorno di "Italia - Repubblica Ceca" (gol di Materazzi e Pippo Inzaghi, quattro spettatori davanti allo schermo, Genova, via Ravasco, temperatura estiva, alto tasso alcoolico, ndr).

Una nota dolente: non era Birra Moretti.

Sipario...

lundi, novembre 06, 2006



Totoscommesse

Ho appena ricevuto via mail questa foto.
La foto si riferisce a una festa di sabato scorso a casa di Corinna Gage (la ragazza alla destra, ndr), 26 anni, nata a Manchester ma frequentante l'Università di Architettura di Glasgow, padre londinese, madre caraibica (vedere i capelli favolosi, ndr). Alla sinistra della foto possiamo riconoscere Alice Covatta (parente del mitico Giobbe Covatta, ebbene sì, ndr), 21 anni, veneziana, bionda, bella e simpatica (cazzi!, ndr).

Al centro un personaggio misterioso, ripreso in un frangente imbarazzante. Un'espressione vacillante, gestualità bizzarra, con l'aggravvante della bottiglia di birra fra le mani.

Non vi chiedo di scoprire l'identità del nostro personaggio misterioso, mi accontenterei di sapere, secondo voi, cosa stesse pensando in quel momento:

1 Ipotesi mistica:
"Signore, perdonale! Sono donne, non sanno quello che dicono"

2 Ipotesi intollerante:
"Cos'è 'sto salotto?! Me ne caccio fuori!"

3 Ipotesi ormonale:
"Mhm...una bionda, una mora..."

4 Ipotesi culturale:
"Davvero notevole quella tela di Picasso alla parete"

5 Ipotesi alcoolica:
"Cazzo! Forse era meglio non aprirla l'ennesima birra!"

Votate. Votate. Votate.

Sipario...


Play

Non mi piace ascoltare la musica dal computer. Il suono è pessimo, metallico. La gestualità non mi attrae e per di più non vado per niente d'accordo con i-Tunes. Ha una logica che è distante dalla mia, insomma, siamo assolutamente incompatibili. Con Windows Media Player non va molto meglio. Inoltre gli effetti grafici fanno cagare.

Fino a ieri ho tentennato parecchio ad acquistare uno stereo perchè speravo di trovare anche quello per la strada. Mi spiego. Da quando sono qui ho trovato una quantità incredibile di oggetti perfettamente funzionanti che la gente (folle, ndr) getta per la strada e che di certo non ho esitato a portare a casa o a regalare a chi ne aveva necessità. Mobili vari, oggetti d'arredo e il pezzo forte: un eccellente frigorifero!

Ieri ho deciso che non potevo più fare a meno di uno stereo. Non potevo più fare a meno di prendere fra le mani un cd, alzare il coperchio del vano cd, incastrare il disco, richiudere il coperchio, schiacciare un bottone, regolare l'audio con una manopola e...musica!
Una gestualità necessaria che mi fa apprezzare molto di più ciò che ho deciso di ascoltare. Con il computer il rapporto è molto più distaccato. Playlist e cazzate annesse proprio non mi appartengono.

Fatto sta però che fino ad ora non ho avuto ancora un secondo libero per provare se il mio minuscolo stereo della "UNITED" da 19.90€ è effettivamente funzionante. Oltretutto sarà fondamentale per me scegliere il pezzo con cui inaugurerò il nuovo acquisto. Tengo abbastanza a queste sottigliezze. Per fare un esempio, ho pensato a lungo a quale canzone ascoltare prima di abbandonare casa mia e partire per Paris; ho scelto "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli e ne sono rimasto soddisfatto.

Penso che fra pochi secondi metterò su l'ultima canzone che ho urlato in Italia nella mia ultima serata a Rio, assolutamente indimenticabile: una dimostrazione d'affetto che non dimenticherò mai. "La locomotiva" di Francesco Guccini.

Play. Non so che viso avesse, neppure come si chiamava...

Sipario...

jeudi, novembre 02, 2006



Estremi

1. Bois de Vincennes: mattino, aperto, freddo, sole, silenzio, luce, pensiero.

2. Sentier des Halles: sera, chiuso, caldo, luna, rumore, buio, movimento.

Una giornata completa. C'è stato tutto e il suo contrario. A volte non è necessario escludere una cosa per raggiungerne un'altra.

La conquista è viverle entrambe.

Sipario...