samedi, juin 30, 2007



E' notte alta e sono sveglio

La parola francese "charrette" significa "carro" ed è spesso utilizzata per descrivere l'intenso sforzo lavorativo finale speso dagli studenti d'arte e d'architettura per terminare il loro progetto. L'uso di questo termine risale alle Ecoles des Beaux Arts di Parigi durante il diciannovesimo secolo, dove i censori circolavano con una charrette per ritirare i disegni da consegnare mentre gli studenti continuavano freneticamente a ritoccare fino all'ultimo istante il proprio lavoro [da www.charretteinstitute.org]

Eccovi spiegato il significato del termine charrette. "Fare nottata" penso sia la traduzione più spontanea per noi italiani, ma solo noi studenti di architettura ne cogliamo davvero l'essenza. Vada come vada, l'ultima notte non si dorme. Chi dorme, lasciatemelo dire, è un pivello.

Quel panico che ti assale attorno alle 4-5 del mattino, il momento in cui vedi sorgere l'alba e tu sempre più indietro che te la prendi irrispettosamente col computer. Ah, che momenti...
E quella dolce alternanza fra un "non ce la farò mai" e un "avrei dovuto farlo prima" che viene magicamente interrotta quando alla fine, seppur con rinunce drastiche...ce la fai!
Perchè è sempre così. E' il gusto delizioso del rischio, fino all'ultimo secondo in bilico fra l'ostentato andare avanti a tutti i costi e un rassegnarsi al volere di un dio che mai come in quelle nottate ci si augura esista davvero.

Sto scrivendo questo post e sono riposato. Ma vengo da due micidiali charrette in tre notti: una mia e una per Carles, sprofondato nella fantozziana sfiga di fracassare il computer il giorno prima della consegna. Per 4 giorni e 3 notti ho vissuto una realtà parallela in cui la rotazione terrestre e la conseguente alternanza sole/luna si ripetevano ad oltranza ed io ero sempre lì ad aspettarne la successiva.

Barba incolta, occhiaie, occhi rossi, assenza di appetito, nervosismo cronico, irascibilità i più comuni effetti collaterali. Tutta questa sofferenza scompare però al momento della consegna, sommersa da un'unica grande sensazione, forse la più ambita nella storia dell'uomo...

Libertà!

Sipario...

lundi, juin 18, 2007



Prossimamente...

A Parigi.

Sipario...

samedi, juin 16, 2007



Dolce improvvisa attesa

Molto probabilmente Alessia non leggerà mai queste righe.
"Alessia aspetta un bimbo!". Questo è ciò che con entusiasmo mi ha riferito ieri mia madre per telefono.
La notizia, chiaramente, mi ha stravolto, un fulmine a ciel sereno! Compagna d'asilo e poi di scuola elementare e poi di scuola media, la più bella della classe, il Primo Grande Amore...diventa mamma! A ventitrè anni!

L'età in cui io sono qui a Paris, in balìa del mio destino, senza il minimo pensiero proiettabile nel futuro. E l'età in cui Alessia darà alla luce un bimbo, andrà a vivere col suo compagno, si troverà un lavoro, metterà su famiglia.
Al prossimo che accenna a raccontarmi la solita noiosa storia delle tappe della vita che vanno fatte ad un'età ben precisa, dico subito già adesso che è un discorso senza senso, che planificare la vita è una perdita di tempo e che essere fatalisti non è una moda ma solamente prendere coscienza della realtà dei fatti!

Non vedo Alessia da anni ormai (benchè abitiamo a cento metri di distanza, ndr), ma credo che fin'ora studiasse, avesse un ragazzo stabile da anni, fosse a carico dei suoi genitori, una vita "normale" insomma!
Ora la sua vita cambierà, marcherà una di quelle tappe monumentali di cui scrivevo prima benchè non sia stata pianificata. Prenderà atto di ciò che il destino ha avuto in serbo per lei e agirà di conseguenza.

La vita scorre e questi avvenimenti mi fanno pensare. Pensare a come si cambia, a come si evolve. A quello che della tua vita vorresti cancellare e quello che vorresti mantenere per sempre. Tenendo ben presente che dall'oggi al domani tutto può stravolgersi, magari proprio a causa di un nuovo minuscolo essere umano, come ad Alessia.

La più bella della classe.

Sipario...

dimanche, juin 10, 2007



Prossimamente...

In Serie A.

Sipario...

samedi, juin 09, 2007



Capacità di adattamento

Ho sempre messo il portafoglio nella tasca posteriore destra dei miei jeans. A distanza di pochi giorni mi si sono bucate entrambe le tasche destre di due paia di jeans. La scarsa volontà di metterci una toppa ha fatto sì che ora il portafoglio sta nella tasca posteriore sinistra.

Ho cambiato una di quelle abitudini basilari della vita come la posizione in cui ci si addormenta, il percorso dello spazzolino da denti dentro la bocca, i giri di chiave dati alla porta di casa, i cucchiaini di zucchero nel caffè.
Mi sono adattato ad una situazione che è cambiata. Ne ho preso atto e ho fatto la mia scelta: non la ri-adatto alla consuetudine passata, sarò io che mi adatto.

Penso di essere partito in Erasmus proprio per sviluppare la mia capacità di adattamento alle situazioni più diverse e imprevedibili. Volevo e voglio ancora vedere come reagisco ad un mutamento che mi si presenta davanti.
Ci sono due maniere possibili di fronteggiarlo: adattarsi alla realtà dei fatti oppure adattare la realtà dei fatti a sè.

Il quando, il come e il perchè scegliere l'una piuttosto dell'altra fanno parte di quell'insieme di meccanismi, di equilibri che non seguono regole precise ma che sono frutto della personalità di ciascuno.
Una personalità capace di adattarsi e di far adattare, di accettare un cambiamento o di respingerlo, sempre con la massima elasticità possibile. Quella che ho cercato di adottare dal primo giorno che ho messo piede a Paris e che man mano che i mesi passano tendo a rafforzare.

Parecchi anni fa, in una puntata dell'ormai defunto "Maurizio Costanzo Show", ricordo che uno dei partecipanti alla trasmissione cacciò un urlo provocatorio: "Chi non cambia mai idea è un cretino!". E io, lì per lì, non ero d'accordo. Ora lo scrivo.

Chi non cambia mai idea è un cretino.

Sipario...

lundi, juin 04, 2007



La Luce del Sole

Un Sole che resta sempre di più. Ogni giorno saluta più tardi, non prima delle dieci di sera. Un Sole che sconvolge anche se soffocato da pesanti nuvole; la sua Luce illumina senza tregua Paris.

E le giornate a Paris sono sempre più lunghe, sempre più intense. Siamo in piena accelerazione in vista di quel "rush finale" che è pronto, lo vedo, li dietro l'angolo.

Nemmeno una manciata di minuti per aggiornare il mio blog (ormai diventato una sorta di lavoro per me, ndr). Un'inarrestabile sequenza di eventi che si succedono uno dopo l'altro senza tregua. Forse perchè è questa Luce che non ci dà tregua: mi sveglio che è li da un pezzo e torno a dormire poco dopo che si sia congedata.

Quel Sole che a Lyon si è nascosto, l'ho reincontrato traumaticamente sabato mattina nel dopo-festa sconvolgente di Christoph, evento che resterà nella Leggenda. E da li in viaggio verso "Bellastock", raduno organizzato dall'Ecole di Belleville il cui nome dice più di mille parole. La Luce scendeva piano piano fino a sfiorare l'acqua del lago sul bordo del quale futuri architetti costruivano rifugi dove poter passare la notte. Un salto indietro nei FavolosiAnniSessanta quando si voleva vivere l'utopia e non la realtà, quando, più che il Sole, come ai tempi di Dedalo e Icaro, si voleva raggiungere la "Luce".

Come un bambino ogni giorno mi sorprendo quando noto che il Sole tramonta sempre più tardi, che la giornata è sempre più lunga e che, nonostante cio, poco prima di addormentarmi mi rendo conto che anche quel giorno è volato via in un batter d'occhio.

Più veloce della Luce.

Sipario...

vendredi, juin 01, 2007



Commento del mese

Il commento del mese di Maggio è il seguente:

"ah, il violino.un giorno ho rivelato a mia madre il desiderio di possederne uno. un giorno torno a casa e lo trovo... sorpresa! mi fa mia madre. e io dico, mi sembra un po' troppo piccolo per essere vero.. si scoprì che era finto, ma mia madre non lo sapeva e l'ha pagato come vero, da un rigattiere. il bello e' che c'era anche l'archetto dentro la custodia.ah, le mamme..

ah, sono il metal."

(Commento al post "VioliniVivaldi" del 9 maggio 2007)

Sipario...